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Il ritiro di fine anno della Missione Italiana di Parigi

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Questa Domenica 1° giugno ci siamo ritrovati in un centinaio di persone della Missione Cattolica Italiana di Parigi e Saint-Germain, a Versailles all’Ermitage per dedicare un po’ di tempo a Dio. Sul tema “ora è tempo di”, la giornata si è sviluppata veloce nell’allegria generale.

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“ora è tempo di ringraziare”: Padre Gianni ha iniziato con un momento di preghiera, in cui abbiamo espresso la nostra gratitudine e gioia per l’anno trascorso, per tutte le grazie ricevute al livello personale o familiare, per la felicità anche nel mettere in pratica la parola di Dio.

“ora è tempo di essere”: Padre Gianni ha lasciato la parola a una ragazza che si è fatta portavoce del convegno degli Scalabrini di febbraio scorso a Clairefontaine. Ci ha parlato della realtà dei migranti che vivono nella differenza della loro cultura, ma che raggrupati tutti attorno a Gesù, sono chiamati a formare, al di là della comunità e delle differenze, la Chiesa, corpo mistico di Gesù. Perché si realizzi, si attui quest’unità, tutti devono cooperare tra loro e con se-stessi all’unità della Chiesa, poiché ognuno, come ogni membro del corpo, è utile al buon funzionamento dell’insieme.

“Ora è tempo di andare, di fare quello che abbiamo udito da Lui”.

Dalla lettera di Giacomo (1,22-25)

Fratelli, siate di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi. Perché se uno ascolta soltanto e non mette in pratica la parola, somiglia a un uomo che osserva il proprio volto in uno specchio: appena s’è osservato, se ne va, e subito dimentica com’era. Chi invece fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà, e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come uno che la mette in pratica, questi troverà la sua felicità nel praticarIa.

Non basta la preghiera ma oltre la preghiera ci sono le opere: mettere in pratica la parola di Dio.

Oggi proprio, 1° giugno, festeggiamo l’anniversario della morte del Beato Scalabrini, figura di chi ha messo la parola in pratica. Mentre l’unità dell’Italia era appena fatta e il Papa era rinchiuso nel Vaticano (ciò che rimaneva degli Stati della Chiesa), era difficile per un italiano sentirsi italiano e cattolico a causa del "non expedit" (divieto ai cattolici di eleggere ed essere eletti in Parlamento).

Scalabrini è stato molto attivo e ha contribuito tanto per trovare una soluzione nel conflitto tra Papato e Stato italiano e per aiutare i cristiani ad inserirsi nella Chiesa e la vita politica affinchè non ci sia più questo dilemma di sentirsi italiano o cattolico, ma entrambi.

Gli italiani all’estero hanno vissuto meglio il fatto di essere italiani e cristiani e hanno realizzato più facilmente l’unità e la comunione nel vivere come cristiani nella vita pubblica, sociale e politica quotidiana. Lì si vede che l’emigrazione può diventare un’opportunità di comunione e crescita che porta frutto.

Agostino ci ha dopo esposto le sue reflessioni sul Vangelo secondo Matteo (7,21-27). Il Vangelo è da vedere nel discorso della montagna, con il Padre Nostro (fare la volontà del Padre) e le Beatitudini.

Il Vangelo è diviso in due: Gesù dice chiaramente che non basta dire “Signore, Signore” o fare miracoli nel nome suo, recitare preghiere ma mettere in pratica la Sua Parola.

L’argomento è sviluppato nella seconda parte con le due case costruite sulla roccia o la sabbia. L’uomo saggio costruisce sulla roccia (Parola di Dio nell’antico testamento), ascolta e mette in pratica; l’uomo stolto, lui ascolta le stesse parole ma se le dimentica.

“Cadde la pioggia, soffiarono i venti” cioè il giudizio di Dio, la prima case non cadde, la seconda, sì.

Con queste meditazioni, dobbiamo guardare con un esame di coscienza l’anno vissuto e se ci siamo comportati come l’uomo saggio o stolto? Se la nostra casa è costruita sulla sabbia (idolatria del denaro, ...) o la parola di Dio?

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I bambini hanno illustrato il Vangelo delle due case con un canto mimato, rappresentando il vento, la pioggia, il temporale che si scatenavano sulle due case.

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Alle 13.30, ci siamo ritrovati bambini e adulti intorno ad un bel tavolo imbandito di tante cose buone che ogni famiglia aveva portato. Fu un momento di condivisione piacevole e felice.

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Nel pomeriggio, è stato organizzato un gioco con diverse squadre, composte da bambini e adulti entrambi, per scoprire la vita del Beato Scalabrini. Ad ogni sosta (ce n’erano 16) era letto un brano della sua vita e organizzato una prova da superare come per esempio esercizio di calcolo mentale, lancio, ...

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Abbiamo concluso la giornata con la Santa Messa e raggiunto le nostre case di Saint Germain e Parigi,

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“ora è tempo di andare e testimoniare di questa bella giornata”.

Anne Hulot


Altre foto ...

- da P.F.

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- da P. Gianni

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- da P-E. Mancini

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che ci manda anche un video, da scaricare cliccando qui

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